Il bello dell’Europa League 2018 vol. 8
Il meglio del ritorno dei sedicesimi di finale della nostra coppa preferita.
Le squadre che dobbiamo abituarci a salutare
Non rimpiango tutto quello che mi hai dato
che son io che l’ho creato e potrei rifarlo ora,
anche se tutto il mio tempo con te non dimentico perchè
questo tempo dura ancora.
Non cercare in un viso la ragione,
in un nome la passione che lontano ora mi fa.
Vedi cara è difficile a spiegare,
è difficile capire se non hai capito già…
Francesco Guccini, Vedi Cara
Napoli
Il Napoli continueremo a vederlo tutti i weekend, come figli dopo un divorzio, ma l’idea di vedere una squadra italiana potenzialmente così forte fare scorribande in Europa League ci piaceva molto. Peccato, sarà per la prossima volta.
Stella Rossa
Una squadra il cui nome starebbe benissimo anche al vostro pesce rosso è sempre un dispiacere perderla.
Nizza
Niente: ci dispiace ma quest’anno il Nizza sta facendo veramente schifo.
Real Sociedad
Tra Athletic Bilbao e Real Sociedad una la dovevamo lasciar andare. Lo spazio per l’indipendentismo basco negli ottavi è limitato, ed è giusto che se lo sia preso la squadra più impegnata da questo punto di vista.
Atalanta
La singolarità crepuscolare di Ilicic, la forza indomita di Cristante, la crescita di Toloi, il conflitto morale ogni volta che vediamo Masiello giocare come un dio greco stempiato, le corse di Spinazzola, la pronuncia di Hateboer, Freuler faccia da schiaffi, Caldara miglior prospetto italiano, Gomez che è un giocatore incredibile, l’inadeguatezza di Petagna e Cornelius, ma più di tutti Gasperini che è un grandissimo allenatore.
Steaua Bucarest
Secondo alcuni giornali, nel 2005 il presidente della Steaua Bucarest – Gigi Becali – commissionò un dipinto ispirato all’Ultima Cena di da Vinci nel quale lui occupava il posto di Gesù, mentre l’allenatore e gli altri undici giocatori erano i discepoli.
Partizan Belgrado
Questa è l’ultima occasione per parlare di Léandre Tawamba, per cui ci rivolgiamo direttamente a lui: Ciao Grande, ci vediamo l’anno prossimo. Non fare scherzi!
Celtic
I tifosi. I fottutissimi tifosi:
FC Copenaghen
Del Copenaghen ci mancherà Copenaghen, e in particolare la neve di Copenaghen che immergeva i giocatori dentro un dipinto di Brueghel, tanti piccoli omini con i guanti intenti a trafficare col pallone fra i piedi.
AEK Atene
Lazaros Christodoulopolous è per noi l’MVP di questa Europa League. Non solo per le sue gesta tecniche ma anche per essere invecchiato benissimo e averci dato a tutti una grande lezione su quanto un paio di baffi può migliorare l’aspetto di un essere umano. La 7 dell’AEK con dietro scritto LAZAROS è la maglia dell’Europa League, quella che dovreste indossare quest’estate per rimorchiare le ragazze serbe sulle spiagge del Montenegro.
Astana
Dell’Astana ci mancheranno i suoi giocatori brutti, la sua maglia sciatta, il suo clima assurdo. L’idea di una squadra scarsa nata nel nulla della steppa, che costringe tutte le altre squadre a trasferte infinite.
Ostersunds
L’Ostersunds era diventata la nostra squadra preferita. Ci mancherà, ma con la consapevolezza che le storie migliori finiscono dopo una bella notte passata insieme nell’East London.
Spartak Mosca
Il profilo instagram di Quincy Promes.
Braga
Ci può stare dai, quanto potevamo stare dietro al Braga dopotutto?
Ludogorets
Quando perde una squadra dell’est Europa, perde un po’ tutta l’Europa League.
Giocatore più Europa League: Olivier Ntcham
È un po’ che manca questa rubrica, ma dovreste aver ben chiaro chi è un giocatore “Europa League”. Sono giocatori su cui, per qualche motivo, abbiamo riposto grandi speranze, ma che poi sono caduti nel baratro della mediocrità finendo in campionati periferici a dover passare il giovedì sera nel gelo delle Arene di Europa League. Sono giocatori-manifesto a cui tutti dobbiamo guardare con timore e rispetto.
Quanto ci abbiamo creduto: 8
Quanto è stato realmente forte: 7
Quanto è caduto in disgrazia: 9
Quanto sembra depresso: 9
Se avete fatto il fantacalcio tra il 2015 e il 2017, avete provato a prendere Olivier Ntcham. Il francese sembrava proprio quel tipo di giocatori che ti svoltano la stagione: gran fisico, talento, faccia da uno che fa gol e soprattutto era cresciuto nel Manchester City, una di quelle cose che sembrano una sicurezza e poi finiscono sempre per fregarti.
Invece, ovviamente, Ntcham non ha svoltato nessun fantacalcio. A Genova ha ammonticchiato 37 presenze in Serie A, segnando 3 gol. All’inizio Gasperini ha provato a fare la solita magia che fa sui centrocampisti/trequartisti, anche perché il francese veniva paragonato a Pogba, ma rinunciando presto.
L’anno dopo con Juric gioca ancora meno, ma segna un gran gol contro il Bologna al 90° minuto che sembra risollevare la sua carriera. Invece niente: scivola velocemente verso la mediocrità tanto da finire anche in una canzone parodia per un suo errore nel derby.
Il Genoa, che lo aveva in prestito per due anni, decide di non riscattarlo e lui torna al Manchester City dove Guardiola non contempla neanche la sua esistenza. Nel luglio del 2017, a soli 21 anni, si trasferisce definitivamente al Celtic Glasgow accelerando brutalmente il suo declino sportivo. Ntcham infatti non sembra un giovane di belle speranze che prova a farsi strada partendo dalla Scozia, ma piuttosto assomiglia a quei giocatori che dopo diversi anni di tentativi in campionati maggiori finiscono per accettare la mediocrità di squadre minori.
Con il Celtic, Ntcham ha giocato la Champions e vincerà quasi sicuramente il campionato, avendo la sua squadra 11 punti di vantaggio sui Rangers. Ma con quale scopo?
Gol più Europa League
Harlem-Eddy Gnohéré in Lazio-Steaua
Virilità: 10
Assurdità: 10
Anti-epicità: 10
Paura della morte: 10
Harlem-Eddy Gnohéré è il primo giocatore vincere per due volte il premio di “gol più Europa League”, in back to back per giunta. Soprannominato Le Bison, con un debole per Dracula, non potevamo non premiare la carambola che gli ha permesso di accorciare il risultato della partita di ritorno contro la Lazio ad un più onesto 5 a 1. Visto che il suo nome rimarrà per sempre scolpito nella storia della competizione vale la pena sapere un paio di notizie fondamentali su Harlem-Eddy:
- È cresciuto in un quartiere difficile di Parigi, con un gruppo di amici che «aimait beaucoup la bagarre», la lotta.
- È stato allontanato dal Cannes per aver preso a pugni un ragazzo.
- Quando era allo Sporting Charleroi ha sbagliato un rigore provando il cucchiaio.
- ha due figli di nome Kaaris (in omaggio al rapper) e Romeo.
Con questo bagaglio di vita sulle spalle a cui aggiungere 5 gol presi e la pioggia incessante di una tormentata notte romana, il centravanti della Steaua si è presentato da solo davanti a Strakosha con la morte nel cuore di chi è consapevole che forse sarà l’ultima occasione della sua vita in Europa League. Come Nino, Gnohéré ha chiuso gli occhi e calciato forte. Forte e centrale. La palla ha colpito in pieno il portiere per poi rimbalzare proprio al centro di quel petto enorme che si porta dietro, proprio lì dove tiene quel cuore da bisonte, e finire la sua corsa in rete. Il confronto tra questo gol e i tre realizzati da Immobile è incredibile. Viva l’inadeguatezza, viva il bisonte, viva l’Europa League.
Chi sa solo di Europa League non sa niente di Europa League
Dice il saggio: “Un uomo trascina il risciò; l’altro viene trasportato. Eppure la loro natura è la stessa”. Allo stesso modo, un uomo partecipa alla Champions League e l’altro all’Europa League. Eppure la loro natura è la stessa (anche se quello dell’Europa League è meglio). Ora che anche la tradizione cinese ha confermato la superiorità dell’unica competizione che non permette a Thomas Müller di fare gol da due metri, possiamo arrivare al punto. Se gli uomini che partecipano all’Europa League sono migliori degli altri, voi che guardate potete dire di conoscere profondamente la loro natura? Di seguito trovate 10 giocatori scesi in campo durante i sedicesimi di questa edizione e due cose che hanno fatto nella loro vita. Una è falsa, l’altra è vera: sta a voi indovinare quale (ovviamente se usate google, potete tornare a seguire la Champions).
- Racine Coly – Nizza
a: ha indossato la fascia di capitano del Brescia.
b: ha partecipato ad un reality show francese simile a Campioni senza vincere, è stato però notato dal Caen dove ha iniziato la sua carriera.
2) Konstantinos Galanopoulos – AEK
a: è stato paragonato a Emre Belozoglu.
b: ha detto di aver votato per Tsipras e di essere molto soddisfatto del suo operato.
3) Callum McGregor
a: i tifosi gli hanno dedicato un coro che fa così: Callum McGregor/There’s no one better/He’s like me and you/He loves Celtic too.
b: i tifosi gli hanno dedicato un coro che fa così: Callum McGregor/There’s no one like him/He fights better than Connor/ and finds Frodo’s ring too.
4) Saša Ilić – Partizan
a: ha segnato alla Lazio nella Coppa Uefa 1998/99.
b: secondo Wikipedia ha esordito nel Partizan nel 1996 in una partita contro il Borac Čačak vinta per 10 a 0 indossando la maglia numero 1, ma forse potrebbero confondersi visto che esistono due diversi Saša Ilić di ruolo portiere.
5) Andrea Petagna – Atalanta
a: è un pischelletto dark.
b: quando giocava negli allievi del Milan ha tirato così forte che ha rotto una porta.
6) Hiroki Sakai – Olympique Marsiglia
a: è un grande fan di Dragonball, tanto da avere un tatuaggio di Vegeta Super Sayan di secondo livello sul polpaccio.
b: sul suo account instagram ha un selfie con Doumbia con cui ha giocato nel Kashiwa Reysol.
7) Inaki Williams – Athletic Bilbao
a: da ragazzino ha rifiutato il Real Madrid per le politiche repressive attuate dal governo centrale nei confronti degli indipendentisti baschi.
b: il suo nome deriva dal termine iñakis, con cui la gente di Bilbao era solita riferirsi agli immigrati di origine africana.
8) Milan Borjan – Stella Rossa
a: si è allenato per 3 mesi con il Boca Juniors, poi per problemi di documenti non ha potuto firmare un contratto con la squadra argentina.
b: è cresciuto in Canada, ma in un’intervista ha detto che non gli piace lo sciroppo d’acero.
9) Ahmed Hassan Koka – Braga
a: è alto 159 centimetri, essendo di fatto il giocatore più basso di questa edizione dell’Europa League.
b: era stato acquistato dal Benfica, ma durante le visite mediche si accorsero che aveva un problema al cuore e che doveva essere operato. Dopo l’intervento – misteriosamente – i dirigenti del Benfica non si fecero più sentire, facendo di fatto sfumare il suo acquisto.
10) Dennis Man – Steaua Bucarest
a: a gennaio Monchi ha provato a prenderlo per farne il vice-Under.
b: si chiama Dennis Man perché il padre è un grandissimo fan dell’uomo. E di Dennis Bergkamp .
Risposte: 1 – a, 2 – a, 3 – a, 4 – b, 5 – a, 6 – b, 7 – b, 8 – a; 9 – b; 10 – a