Amico Zlatan
Come deve essere dividere lo spogliatoio con Ibrahimovic?
Il compagno Cassano
Ibrahimovic, non lo ha mai negato, è un tipo abbastanza semplice. Cresciuto in un quartiere difficile, in una situazione familiare difficile, ad una personalità molto severa per quanto riguarda le questioni di campo, fa da contraltare una personalità giocosa quando trova dei compagni con cui empatizzare. Nel suo mondo, sempre un po’ sopra alle righe, Zlatan sa essere molto amichevole. «Non molto tempo fa, durante un allenamento con la Nazionale, tirai un calcio a Chippen per gioco, e quando il giorno dopo aprii il giornale non riuscivo a capire. L’episodio veniva trattato come un gesto di chissà che violenza, ma non avevano capito niente! È così che viviamo: gioco e serietà mortale al tempo stesso. I calciatori sono ragazzi che si vedono tutti i giorni, e che fanno qualche cazzata per tenersi allegri. Tutto normale. Scherziamo».
Soprattutto con i compagni di nazionalità italiana Ibra è stato sempre un compagnone. Cannavaro lo portava in giro per Napoli nascosto sotto un casco integrale e i due sono rimasti molto amici, con Sirigu e Verratti è andato a festeggiare la vittoria della coppa di Francia fino a Las Vegas, ci è entrato in società e gli permetteva addirittura di prendersi gioco di lui.
Quando diventi un compagno Cassano la vita ti sorride.
Il suo rapporto con Cassano, poi, sembra perfetto per una serie TV sull’amicizia: da una parte Zlatan, lo svedese di origine jugoslava, alto, grosso e con un fisico perfetto; dall’altra Antonio, barese di Bari vecchia, con una predilezione per i carboidrati e il linguaggio vernacolare; aspetti in comune: il talento col pallone tra i piedi. Neanche troppo inspiegabilmente il rapporto tra i due sarà molto forte. Cassano dirà spesso che collezionava presenze nel Milan principalmente per specifica richiesta dello svedese, Zlatan mentre si parlava del possibile approdo di Tevez al Milan, ricordava come gli mancasse Cassano, infortunato.
È una bella amicizia e ci sono due momenti che definiscono il compagno Cassano: il primo, datato 7 maggio 2011, è il calcio da taekwondo rifilato da Ibrahimovic a Cassano subito dopo la vittoria dello scudetto.
È un calcio estremamente paterno, molto differente da quello classista rifilato a Strasser. Anche dal racconto che ne fa Zlatan si capisce il rapporto speciale tra i due: «Eravamo tutti su di giri, e Cassano era un bel tipo. Poteva aver bisogno di un calcio. Passai accanto a lui e al giornalista che lo stava intervistando e colpii con un piede la testa di Cassano: non forte, ma nemmeno troppo piano».
«Che sta facendo?» disse il giornalista.
«Quello è matto» fece Cassano.
«L’hai detto tu!»
«Ma i giocatori che ci aiutano a vincere il campionato sono autorizzati a comportarsi così» disse Cassano, e rise.
L’altro invece è un momento molto più intimo, ripreso dalle telecamere di Milan Channel. Dopo diversi mesi fuori per un problema al cuore che ne aveva messo a rischio la carriera, il 21 Novembre 2011 Cassano torna a Milanello. Lo vediamo salutare tutti, dottori, camerieri, compagni. L’unico assente è Ibra. Poi però il barese si allunga verso il parcheggio e va verso lo svedese (così a rimarcare la posizione subalterna) e i due si scambiano un lungo abbraccio.
Dal gesticolare eccessivo si capisce la gioia, soprattutto di Cassano, nel rivedere il compagno e mi sembra sia il miglior spot possibile non solo per il compagno Cassano, ma per le amicizie disfunzionali in generale.
Il compagno Pogba
Il compagno Pogba ha la funzione di dirci che il Re è nudo. Compagno Pogba è stato Messi, compagno Pogba sarà Pogba. Vive sullo stesso piano di Ibrahimovic e per questo non ne è per nulla intimidito.
I rapporti sono cordiali, anche amichevoli, ma è impossibile che un compagno Pogba diventi un compagno Cassano, posizione che necessità di una subalternità a Zlatan (mista a timore). Paul Pogba, ad esempio, non ha nessun timore reverenziale nei suoi confronti: ride di lui mentre lo imita, quando Ibrahimovic prova a mettersi sopra a lui, dicendogli davanti a tutti che gli avrebbe dovuto passare un pallone, Pogba ride. Tra i compagni Pogba possiamo inserire anche Ronaldinho, il brasiliano – per indole e talento – non è mai stato subalterno a nessuno neanche ad Ibrahimovic. Anche lui lo imitava, addirittura davanti agli altri compagni:
Dal canto suo neanche Zlatan è intimidito: ha provato ad attaccare Lionel Messi al Barcellona e dopo aver fallito, pur di non diventarne un suddito, ha preferito farsi vendere. Ora la guerra è con Pogba per il dominio del Manchester United e Zlatan di certo non si tira indietro. Se Pogba ha la narrazione del ritorno, dei social, della musica hip hop, lui può rispondere a tono a Eric Cantona. A guardarli da fuori sembrano una coppia perfetta, ma è percepibile una continua frizione per chi deve detenere il potere. Potrebbero essere due perfetti personaggi capobanda di Oz.
Il Compagno Mido
Il compagno Mido è una rarità assoluta in quanto comprende in sé tutti i precedenti compagni di Ibrahimovic, è il Mewtwo dei compagni di Ibra.
Il compagno Mido (che poi è Mido stesso) è chiaramente un what if di Ibrahimovic, come ebbe modo di dire lo stesso Zlatan «Mido è come me, ma peggio». Sono due universi paralleli che hanno incrociato le proprie strade per due anni all’Ajax e che hanno avuto un rapporto al tempo stesso molto stretto e molto complicato, alternando momenti di amicizia a tentativi di omicidio.
Mido è stato il compagno Pogba, quando le loro carriere non erano ancora ben definite ed era possibile ipotizzare una realtà in cui l’egiziano fosse più forte di Ibrahimovic.
In questa staffetta tra talento e pazzia, i tifosi dell’Ajax presero le parti dell’egiziano.
Mido è stato il compagno Van der Vaart quando ha lanciato delle forbici ad Ibra: «Era imbestialito e le sue non furono esattamente delle belle parole, e io risposi dicendo che se c’era una mezza sega lì dentro quella era lui. Allora lui prese un paio di forbici che erano lì su una panca e me le lanciò contro, una cosa completamente folle. Quelle forbici mi sfiorarono la testa sibilando, andarono a colpire dritte la parete di clinker formando una crepa ed è ovvio, io saltai su e gli tirai uno schiaffo».
Subito dopo, però, è stato anche il compagno Cassano: «Ma nel giro di dieci minuti uscimmo abbracciati, e molto tempo dopo sono venuto a sapere che il nostro team manager mise da parte quelle forbici come un ricordo, tipo qualcosa da mostrare ai figli: erano queste qui che Zlatan quasi si beccò in faccia…».
Anche quando le loro strade si son divise, Ibra ha continuato ad influenzare Mido: oggi può sembrare improbabile, ma quando nell’estate del 2004 i loro destini si ri-incrociano, negli ultimi giorni di mercato la Juventus compra Ibrahimovic e la Roma Mido, questo dualismo è ancora forte, tanto che: «Ibrahimovic è bravo, ma io segno di più». È in questo momento che Mido diventa il compagno Nenê. Nel corso della stagione l’egiziano segnerà 0 gol, mentre a Torino lo svedese esplode definitivamente. Poteva esserci un solo talento straripante in uscita da quell’Ajax, e quel posto se l’è preso ovviamente Ibrahimovic.
La maggior parte delle citazioni sono tratte da Io, Ibra.